ENTI LOCALI LAZIO: AL CUORE DEL PROBLEMA!

USB dichiara guerra al sistema che cancella il Servizio Pubblico e ingrassa il privato

Roma -

Lo sciopero del 20 Novembre rappresenta per gli Enti Locali del Lazio il simbolo e il vessillo di una battaglia che abbiamo costruito in molti anni di lotte, di contrattazioni e di denunce in tanti luoghi di lavoro.

In sé questo sciopero racchiude due modi di intendere il lavoro sindacale . Siamo infatti alle prese con un cambio di passo che proietti finalmente un’organizzazione come la nostra ad un livello e ad un’importanza tale da far regredire l’avviata demolizione dello strumento sindacato ad opera del Governo Renzi.

Nei nostri posti di lavoro fatti di Amministrazioni Locali, di Agenzie di Servizi Pubblici, di Istituzioni per la cura dei soggetti più deboli e svantaggiati, di Camere di Commercio, Biblioteche, Servizi per l’Infanzia, etc. è sempre in prima linea l’attenzione verso il cittadino che riceve i servizi erogati dal gestore pubblico.

Si tratta, ahinoi, di quello stesso cittadino che ha assorbito acriticamente l’idea di fannullonismo, rinforzata periodicamente –tramite la stampa connivente – anche grazie a comportamenti non esemplari, ma per i quali mai alcun dirigente, il reale sabotatore della cosa pubblica, viene chiamato a rispondere.

Qui è il cuore del problema!

USB intende fare fronte comune non solo con chi lavora all’interno dei servizi pubblici, ma anche con coloro che questi servizi ricevono. Si tratta di servizi che in nome della politica dei tagli (spending review) imposti dalle centrali politiche e finanziarie (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea) vengono trattati come servizi messi sul mercato e non più strumenti di garanzia nell’esercizio di un diritto: all’istruzione, al lavoro, alla salute, alla mobilità, etc. L’epilogo è dato dal paradosso per cui si finisce per considerare uno spreco il costo del personale anziché le esternalizzazioni e gli appalti.

Tutti i Lavoratori del Pubblico Impiego sono interessati dallo sciopero del 20 Novembre per il rinnovo del Contratto di Lavoro bloccato ormai da 6 anni, ma a questa ragione già di per sé importante, ne dobbiamo aggiungere altre che fanno parte della storia recente.

C’è la vicenda dei contratti decentrati (attraverso cui si corrisponde il salario accessorio, una parte che permette spesso di galleggiare appena al di sopra della soglia di sopravvivenza) ormai sviscerati nella forma dell’atto unilaterale (così a Roma Capitale e in Regione Lazio che stanno facendo scuola).

C’è l’attacco sistematico ai diritti dei lavoratori. E’ quanto abbiamo constatato in occasione delle assemblee del Colosseo tanto da produrre un decreto ad hoc per limitarle. Stesso discorso per il diritto allo sciopero che in nome di ragioni superiori (Expo, Giubileo) si vorrebbe comprimere. O, ancora, di farci apparire in sovrannumero sebbene il nostro paese conti meno dipendenti di analoghe amministrazioni in Europa.

Negli Enti Locali sta avvenendo però qualcosa di più insinuante. Si sta trasformando completamente l’architettura degli equilibri tra Stato Centrale e Autonomie Locali. Al primo attacco che ha riguardato le Province, sono poi subentrate le Camere di Commercio. Intanto si prepara il terreno per una riduzione, di numero e di poteri, delle Regioni attraverso l’ennesima riforma costituzionale e si procede verso l’ulteriore accorpamento forzoso dei Comuni e verso la riduzione degli stanziamenti loro destinati.

La leva del denaro è quella costantemente usata per stringere la morsa e obbligare ogni resistenza locale (istituzionale) a capitolare. Così è per le istituzioni, così è per fiaccare ogni sacca di resistenza dei Lavoratori organizzati o meno sindacalmente.

Lo sciopero viene rappresentato come uno strumento ormai inefficace, ma è ancora molto temuto per il suo valore simbolico di insubordinazione e disobbedienza ai diktat imposti.

USB non esaurirà il proprio intervento con questo sciopero, ma proseguirà nella propria azione di contrasto alle devastanti riforme renziane con ogni mezzo necessario a partire dalla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui reali sprechi della politica e dell’alta dirigenza, al fine di costruire sodalizi permanenti con la popolazione per smascherare il malaffare (come accaduto nell’inchiesta su “Il mondo di mezzo” a Roma).

La manifestazione a sostegno dello sciopero per le strutture di Ente Locale del Lazio si terrà a Roma, con partenza alle 9,30 dal Colosseo, passando sotto al Campidoglio per raggiungere il Senato.