I BAMBINI NON SONO UNA MERCE, NIDI E SCUOLE NON SONO AZIENDE!

In allegato il comunicato e la documentazione

Roma -

Si è concluso ieri alle 15.00 circa il primo incontro di trattativa inerente il settore scolastico educativo con la promessa da parte dell'amministrazione, su richiesta dei sindacati, di inviare un documento che chiarisca quali sono gli elementi della relazione del M.E.F. che intendono applicare e quali intendono controdedurre.
USB ha ribadito la propria totale contrarietà alla proposta di riorganizzazione presentata dalla parte datoriale ed ha consegnato le prime 1414 firme della petizione che ha attivato contestualmente allo sciopero del 14 maggio e che esprime, punto per punto, le motivazioni del dissenso. Non è il totale delle firme raccolte e ci riserviamo di portare le prossime ai successivi incontri.

Le slide che ci hanno consegnato chiariscono ancora di più che non ci sbagliamo.

 

Innanzi tutto appare chiaro che, con l'applicazione di questa proposta:

1.    non verranno garantite le stesse retribuzioni per tutte e molte precarie diverranno disoccupate

2.    l'impianto aziendale, chiaramente orientato a premiare economicamente le posizioni apicali con l'istituzione delle POSES (posizioni organizzative settore educativo scolastico) per i funzionari educativi, toglierà loro alcune responsabilità, da affidare, in cambio di un piatto di lenticchie, molto sudore e un pezzo di bile, alle referenti di struttura.

3.    le educatrici e le insegnanti "non graduate", al prezzo di prima, se non per qualche euro in meno, si porteranno la branda a scuola/nido e saluteranno per sempre il loro diritto ad una vita privata ed insieme ai bambini ed alle loro famiglie, ad un servizio pubblico di qualità che rispetti la collegialità educativa

 

Ci chiediamo per quale motivo dover accettare tutto ciò?

 

Non capiamo innanzi tutto perché sia necessario rivedere tutto l'impianto organizzativo del settore, quando il MEF contesta unicamente l'indennità di disagio, ossia le 4 euro giornaliere corrisposte sull'effettiva presenza in servizio;

IL MEF NON   LO CHIEDE!

 

Noi crediamo fermamente che l'impianto organizzativo attuale debba essere mantenuto e piuttosto implementato attraverso azioni che portino alla copertura degli organici di diritto, sia dei posti di funzionario educativo che di insegnante ed educatore, al rispetto ed alla valorizzazione della professionalità e della collegialità educativa ed alla continuità 0-6.

 

Continueremo ad essere presenti alle trattative ed a ribadire il nostro dissenso e crediamo che la folta rappresentanza di lavoratrici presente oggi e sicuramente anche ai prossimi incontri dia la misura della gravità della proposta e dell'attenzione e del rifiuto che esprimiamo.

Continuiamo a chiedere alle lavoratrici di sostenere le nostre richieste firmando la petizione e facendola firmare.

NIDI E SCUOLE NON SONO AZIENDE!