Roma Capitale: MANIFESTO PER IL NO AL REFERENDUM DEL 25 MARZO 2015

In allegato il volantino

Roma -

Dopo mesi di campagne mediatiche contro i dipendenti comunali, attacchi ai diritti e tagli alle buste paga, l'Amministrazione ha emanato l'atto unilaterale con cui ha cancellato il Contratto Collettivo Decentrato Integrativo dei dipendenti di Roma Capitale. Lo ha fatto mentre la vicenda giudiziaria di Mafia Capitale portava a galla le responsabilità politiche della classe dirigente capitolina. Gli effetti dell’atto unilaterale si sono visti già dalle buste paga di gennaio e la preintesa ha salvato solo l’apparenza, e solo temporaneamente, ma la perdita del salario e della dignità  restano immutati: allo stesso modo dei diritti quali i permessi brevi per motivi di salute.

All’atto unilaterale si può porre rimedio, in quanto ha carattere provvisorio e deve necessariamente condurre alla sottoscrizione di un accordo sindacale. Per questo riteniamo che occorre dire NO all’ingannevole quesito referendario: per dire NO alla preintesa e per dire NO all’atto unilaterale obbligando l’amministrazione a RITORNARE A TRATTARE SCRIVENDO UN NUOVO CONTRATTO CHE NASCA DALLE NOSTRE RICHIESTE DI LAVORATORI.


A Roma Capitale stanno guardando tutti i Lavoratori e le Lavoratrici degli enti locali d’Italia per riaprire una vera contrattazione nel nostro paese devastato da politiche di austerità tutte a carico nostro.


Dobbiamo essere capaci non solo di riprenderci reddito e diritti, ma di scrivere una pagina nuova nella difesa del servizio pubblico.


I meccanismi Brunettiani introdotti dall’atto unilaterale e dalla preintesa hanno l’effetto combinato di affidare uno smisurato potere discrezionale alla dirigenza, di sottrarre reddito alle nostre buste paga (poiché non compensano le precedenti indennità), di stroncare qualsiasi prospettiva di lavoro per il precariato, di disporre completamente del tempo di vita e delle persone senza una reale ragione organizzativa e gestionale, di ridurre tutto il personale a una condizione di obbedienza.


Tutte le famiglie professionali sono aggredite da questo impianto.  Anche il settore scolastico educativo che sembrava aver salvato la pelle, appena passate le RSU ha rivisto al tavolo negoziale le stesse proposte di prima (30 ore per la scuola dell’infanzia, diminuzione delle sostituzioni in caso di assenza, etc.).


Il settore amministrativo che pensava di rimanere a vivacchiare potrà vedersi applicato un taglio limitato sulla produttività, ma solo in caso di massima flessibilità, massima presenza in servizio (nelle ore pomeridiane), massima disponibilità (anche per chi fruisce della legge 104 per sé o per i familiari). Non per ultimo, il settore della Polizia Locale che oltre alla fantasiosa quanto ipocrita ipotesi di produttività che non valorizza la dignità delle funzioni né la doverosa imparzialità, all'umiliante corsa verso il salario a "punti", vede allontanare il bene primario alla salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, lasciando il benessere organizzativo ad una mera ipotesi.


Scegliere di votare NO - sebbene abbiamo a che fare con un referendum consultivo, e quindi non vincolante per le parti - costringerà i vertici capitolini e i sindacati che si sono prestati alla svendita dei diritti e della nostra dignità a dover fare un passo indietro e a ridiscutere completamente i contenuti dell'atto unilaterale.
Diamo un segnale forte ed incontrovertibile, urliamo il nostro NO al taglio dei diritti e dello stipendio.

 

"SEI FAVOREVOLE ALLA SOTTOSCRIZIONE DEL NUOVO CCDICOSI' COME PREVISTO DALLA PREINTESA DEL 6 FEBBRAIO 2015, AL FINE ANCHE DI SUPERARE L'ATTO UNILATERALE?"

 

NO

 

Promosso da ASBEL-CNL, CSA, DICCAP-SULPL, UGL, USB, USI-AIT e aperto alla sottoscrizione dei delegati e delle RSU di tutte le sigle sindacali