Polizia Provinciale - DECRETO ENTI LOCALI: No al trasferimento del personale nella Polizia Municipale

In allegato il volantino

Nazionale -

Così come in maniera assai preoccupante pensavamo nelle settimane scorse, la bella ragazza del Principe Renzo in maniera a nostro parere arrogante e offensiva, scarica il personale della Polizia Provinciale nella Polizia Municipale. Lo fa, in tono dimesso e quasi scusandosi con il pubblico per il fatto che il provvedimento riguardi poche persone, come se il lavoro e la vita di queste persone valessero meno per i limitato numero di soggetti interessati, nella conferenza stampa post Consiglio dei Ministri. La signora Boschi al minuto 30 e 30” della conferenza stampa (http://goo.gl/6zUy2c), in un brevissimo inciso che dall’espressione del proprio volto probabilmente ritiene addirittura insignificante, annuncia che “questo Governo trasferirà parte del personale della Polizia Provinciale nella Polizia Municipale”. Senza definire dove finirà l’altra parte del personale e dando corso all’ennesimo abominio frutto dell’incompetenza in materia di lavoro e della assoluta mancanza di rispetto dei lavoratori. Lavoratori, uomini e donne, che hanno tentato con tutti i mezzi di far comprendere a questo Esecutivo quale dovesse essere l’esatta e naturale destinazione degli operatori della Polizia Provinciale. Abbiamo cercato di far giungere il messaggio fondamentale, qualificante per la categoria, di quale sia il ruolo unico e insostituibile degli operatori della Polizia Provinciale in quei contesti rurali e assai periferici dove non operano altre forze dell’ordine. Si perderebbero quelle professionalità acquisite e altamente qualificate creando l’ennesimo disservizio per i cittadini, utenti che perderebbero la garanzia del presidio del territorio, in termini di vigilanza e controllo di zone della nostra bella Italia che finirebbero nella mani della criminalità.
I dati Sose/Opencivitas e il rapporto ecomafie di Legambiente 2014 evidenziano come un terzo delle segnalazione degli illeciti ambientali siano il frutto del lavoro delle Polizie Provinciali italiane.
Abbiamo sempre evidenziato come con grandi competenze e professionalità la Polizia Provinciale si differenzi per la propria peculiare attività di tutela ambientale, con particolare attenzione al controllo del territorio rurale ed agricolo, alle discariche, alla tutela degli animali selvatici, al controllo del ciclo dei rifiuti e delle emissioni in atmosfera nonché degli scarichi delle acque da parte delle aziende.

Questi Dei dell’Olimpo, governanti dittatori non eletti dai cittadini, che vivono fuori dal mondo e che non conoscono minimamente le reali condizioni di vita quotidiana dei lavoratori (il mondo del lavoro gli è estraneo poiché probabilmente non hanno mai veramente lavorato!) hanno deciso di inviare il personale della Polizia Provinciale ai Comuni per svolgere attività di Polizia Municipale, la quale, nel pieno rispetto della professionalità dei colleghi dei Comuni, non si avvicina minimamente a quella della Polizia Provinciale.
Basterebbe ricordare l’attività di denuncia della Polizia Provinciale all’autorità giudiziaria di tecnici e politici dei Comuni che sono stati così commissariati per mafia, camorra o ‘ndrangheta!!!
Si introdurrebbe un criterio che viola la legge stessa, in quanto come stabilito dal T.U.P.I. 165/2001 “il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto”, e quelle della Polizia Municipale non sono minimamente associabili a quelle della Polizia Provinciale. Sarebbe sufficiente leggere i temi di studio inseriti nei bandi di concorso per accorgersene!
Con questa iniziativa governativa viene messo a rischio il posto di lavoro perché il transito nei Comuni rappresenta un vero e proprio salto nel buio in quanto è evidente che questi Enti non saranno in grado di assorbire, anche solo per mere questioni economiche, tutto il personale oggetto di riordino.

 

Chiediamo al governo di ripensare le scelte compiute, ribadendo che l’unica scelta logica ed efficace è una polizia ambientale regionale o in subordine il potenziamento del CFS con gli organici della polizia provinciale. Solo questo livello di organizzazione, non limitato al solo ambito comunale, potrà garantire il mantenimento dell’attuale presidio sul territorio. L’obiettivo non deve essere il simbolico risparmio economico frutto di un’operazione di facciata, ma quello di preservare il patrimonio di conoscenza e professionalità che è il risultato del lavoro di uomini e donne che, per scelta e con passione, si dedicano ogni giorno alla tutela del territorio rurale e agricolo, che rappresenta i due terzi dell’intero territorio italiano.

 

USB, IL SINDACATO CHE SERVE!