CONTRATTO INTEGRATIVO DEL COMUNE DI MILANO: firmato senza ascoltare i lavoratori, un testo assai deludente.

Milano -

CONTRATTO INTEGRATIVO DEL COMUNE DI MILANO:

firmato senza ascoltare i lavoratori, un testo assai deludente.

 

Lo scorso 28 dicembre, è stato definitivamente firmato il contratto decentrato integrativo del Comune di Milano dalle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e CSA, nonché dalla maggioranza della RSU.

La prima fondamentale critica che come Unione Sindacale di Base evidenziamo sono le modalità e i metodi adoperati, nonché il percorso intrapreso per giungere alla sottoscrizione definitiva della citata intesa.

Assoluta mancanza di democrazia, di qualsiasi forma di coinvolgimento diretto dei veri interessati, dei veri “titolari” della trattativa: le lavoratrici e i lavoratori, privati così del loro fondamentale diritto di pronunciarsi, in maniera vincolante, su ogni tipo di contratto collettivo.

Ogni accordo sindacale, per essere politicamente e moralmente accettabile, al di là dei suoi contenuti, deve sempre passare al vaglio delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti.

Anche nel merito, inoltre, lo riteniamo insoddisfacente e certamente criticabile.

Il nuovo Contratto decentrato non riesce ad affrontare i gravi problemi, le storture e le ingiustizie presenti nel nostro lavoro, nel nostro Ente, problemi aggravati, se non creati a volte, anche dal pessimo ultimo contratto collettivo nazionale:

  • la grave emergenza salariale, che vede negli ultimi anni progressivamente ridursi il nostro salario reale e peggiorare le nostre condizioni materiali di vita;

  • la carenza drammatica di personale;

  • le mancate garanzie in tema di salute e di sicurezza, non solo per lavoratrici e lavoratori, ma anche per gli utenti di diversi servizi;

  • la progressiva privatizzazione ed esternalizzazione di parti rilevanti delle funzioni e dei compiti della Pubblica Amministrazione, con lavoratrici e lavoratori di cooperative sottoposti a condizioni e paghe orarie scandalose, magari svolgendo mansioni simili, se non identiche a quelli delle loro colleghe e dei loro colleghi comunali;

  • la mancata soluzione del “problema pasto”;

  • le condizioni di lavoro sempre più dure, difficili e le conseguenti vertenze in corso in tutti i settori: da quello Educativo e Scolastico (con il vergognoso e discriminatorio regime di inquadramento differenziato, partorito dal contratto nazionale, tra nuovi e vecchi assunti), a quello Museale, dalle Biblioteche, alla Polizia Locale con l’”aggressione” da parte dell’Amministrazione al loro contratto integrativo.

D’altro canto, la “cifra” principale del testo convenuto, in perfetta sintonia peraltro con il CCNL di cui è “figlia”, è composta da una miriade “indigesta” di incentivi, progetti, premi….che, riservati a pochi e non a tutti, provocheranno ulteriori divisioni, concorrenze, verticismi, concentrazioni di poteri. Gli accordi sindacali, decentrati e nazionali, dovrebbero farci sentire tutti sulla stessa barca, certamente riconoscendo le caratteristiche dei profili professionali e le specificità delle diverse mansioni, senza però provocare, nuovamente come in questo caso, suddivisioni e separazioni. Alcuni potranno aspirare ad un premio incentivante mentre altre accederanno ad un progetto specifico, ma la sostanza è che vigerà il “Divide et Impera”. Molte e troppi tra Noi rimarranno fuori dall’arena, perché i criteri, che discendono dal Contratto nazionale e che nel Contratto integrativo ritroviamo, questo prevedono: “a me si, a te no”.

Ci chiediamo che senso abbia continuare a definire questi contratti Contratti Collettivi, se solo ad una parte sono riservati rilevanti aumenti salariali, che appaiono sempre più esclusività incomprensibili, se non veri e propri privilegi, poiché spettanti AI POCHI, mentre i diritti sono quelli spettanti A TUTTI/E.

Lo scorso venerdì 17 novembre abbiamo dato vita ad un importante Sciopero Generale, anche nel Comune di Milano, per ribadire i temi e i valori dell’Eguaglianza e della Solidarietà tra chi lavora, non per garantire una parte a scapito dell’altra.


È vero, certamente, che nel testo sono definiti criteri e modalità per l’erogazione delle integrazioni salariali all’interno delle Aree (le vecchie progressioni economiche orizzontali), che, seppur in un contesto normativo dato e limitante, riconoscono queste integrazioni salariali “orizzontali” a quasi tutti i dipendenti del Comune assicurando una quota di aumento economico certa e pensionabile. Un aspetto sicuramente positivo, cui come USB abbiamo fattivamente contribuito al suo raggiungimento, ma alla cui definizione completa si era giunti da alcuni mesi e che, quindi, poteva anche essere recepito già da allora in una specifica intesa.

Riteniamo invece inaccettabile l’erogazione nei Servizi all’Infanzia della cosiddetta Indennità Educativa (pari a € 1,00 al giorno!), ma nessun riconoscimento della doverosa Indennità di Turno. Ben lontano dunque dal configurarsi quale significativa conquista sindacale: trattasi in realtà di un misero e offensivo risarcimento, per un lavoro delicato e importantissimo, che riguarda poco meno del 30% dell’intera forza lavoro dell’ente, forse un tentativo malriuscito di “monetizzare” la rabbia e il disagio del settore, sempre più crescente e non più sostenibile.

SU LA TESTA !

USB DICE NO A QUESTI CONTRATTI E INVITA TUTTE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI ALLA MOBILITAZIONE

USB P.I. Comune di Milano